7. Fare delle frasi con i verbi messi in rilievo facendo attenzione alla reggenza ed ai suggerimenti lessicali:
1) vr astenersi da qc (dal lavoro, dal fumo, dal vino, dal gioco); astenersi dal fare qc (dal fumare, dal bere, dal parlare);
2) vt autorizzare qc (l'apertura di qc, la chiusura); autorizzare qd a fare qc (aprire, chiudere, bloccare);
4) vt contare di fare qc (di poter tornare, di salvarsi);vi contribuire a qc (a un'impresa, alle spese pubbliche, alla causa comune); contribuire a fare qc (a risolvere la situazione, l'attesa contribuisce ad accrescere l'ansia);
5) vt convincere qd di qc (dei propri errori); convincere qd a fare qc (a rimandare la partenza, a non prendere quella decisione); vr convincersi di qc (della sincerità di qd); vr convincersi di avere qc (di aver ragione); vr convincersi di essere qd/qc (essere stato ingannato);
6) vt credere qc (non credo una sola parola di quel racconto; lo credo bene, non posso crederlo); vi credere a qd/qc (a questa persona, agli amici, ai propri occhi, ai propri sensi, alle streghe); credere in qc/qd (in Dio, in un'altra vita, nel diavolo, nella giustizia, nella medicina, nel progresso); credere sulla parola; non credere in nulla; vr credersi qd (un grand'uomo, un ignorante, una persona seria); non credere in nulla; credere di fare qc (di saperlo, di poter vincere);
7) vt decidere qc (il modello dell'abito, l'ora della partenza, la data del matrimonio); decidere di fare qc (restare indifferente, andare fino in fondo); vr decidersi a fare qc (a cambiar casa, a tornare indietro);
8) vt desiderare qc (la pace, una nuova casa, la fama, il successo); desiderare fare qc (riuscire in tutto, chiarire tutto); desiderare al telefono (lui è desiderato al telefono).
ANNOTAZIONI LESSICALI
I composti di porre:
apporre (una firma, una nota su qc)
comporre (una musica, una lirica)
deporre (le armi, i bagagli)
esporre (un quadro, il proprio parere)
imporre (la propria volontà a qd; di + inf.)
proporre (un piano, un progetto a qd; di + inf.)
sottoporre (una proposta, un'idea a qd)
supporre che + cong
I composti di venire:
avvenire vi (di una disgrazia)
convenire vi in un posto = radunarsi; con qd sull'opportunità di + inf. = concordare
Mi conviene (impers.) = è meglio per me
contravvenire vi (a un regola)
divenire (= diventare), vi + agg
intervenire vi in una discussione
prevenire qd di qc = avvertire; di + inf; qc = evitare; qd о qc = precedere, anticipare
provenire vi da qd, qc; sopravvenire vi (una difficoltà)
8. Tradurre le parole ed espressioni delle annotazioni lessicali riportate sopra e farne delle frasi.
9. Tradurre in russo le seguenti frasi facendo attenzione ai gruppi di parole in corsivo:
1. Per essere assunte le ragazze dovevano apporre una firma in fondo al contratto. 2. Se nessuno vuole intervenire nella discussione, possiamo dichiarare chiusa la seduta. 3. Se non siete soddisfatti del mio piano, proponetene voi un altro. 4. Dalle vostre parole suppongo che non siate al corrente degli ultimi sviluppi della situazione. 5. Se non fosse sopravvenuta un'imprevista difficoltà, avremmo concluso il lavoro in tempo. 6. Il direttore desidera che tu gli sottoponga una nuova proposta perché la vecchia è stata bocciata. 7. Mi sembra che voi stiate contravvenendo alle regole del gioco. 8. Non mi pare che vi convenga partire con noi perché vi toccherebbe alzarvi troppo presto. 9. Chi in tribunale depone il falso sotto giuramento, è punito dalla legge. 10. Se mi aveste interpellato, avrei esposto il mio parere. 11. Saresti divenuto famoso, se non avessi abbandonato troppo presto la letteratura. 12. Non mi piace che tu mi imponga sempre la tua volontà. 13. Tutti i delegati erano convenuti a Mosca per il congresso internazionale di cardiologia. 14. Non si capisce da dove provengano tutti i soldi che ha. 15. Pensavamo che tutti convenissero sull'opportunità di prolungare incontro. 16. È avvenuta una terribile disgrazia: credo che nell'incendio siano morte varie persone. 17. Ci prevennero che i controlli all'ingresso dello stadio sarebbero stati molto severi. 18. Tutti sanno quanto rapidamente Puskin componesse le sue liriche. 19. Era necessario che tutti i testimoni deponessero davanti alla commissione d'inchiesta. 20. Non era difficile rendersi conto che i quadri esposti alla mostra non erano capolavori. 21. Circondati dai partigiani i fascisti furono costretti a deporre le armi.
Mi sembra che le condizioni che avevano posto non siano state rispettate. 23. Non credere che sia venuto da te solo per chiacchierare,abbiamo un problema importante da risolvere insieme. 24. Vorrei sottoporre alla vostra attenzione la seguente proposta.
10. Tradurre le seguenti frasi in italiano:
1. Ты не должен никому навязывать свою волю. 2. Если бы не возникли вдруг непредвиденные обстоятельства, мы бы обязательно участвовали в этом конкурсе. 3. Вас предупредили, что необходимо захватить с собой паспорт? 4. Врагу пришлось сложить оружие. 5. Я хотел бы предоставить вашему вниманию ряд предложений. 6. Если есть свидетели, то они обязательно должны дать показания на суде. 7. Поставленные нам условия были слишком трудными. 8. Картина одного нашего художника также будет выставлена на весенней выставке в Манеже. 9. Ложные показания, данные на суде, караются законом. 10. Твои действия явно противоречат правилам игры. 11. Тебе не следует торопиться с ответом. 12. Надо все сделать, чтобы не случилось этого несчастья. 13. Он уже с детства начал сочинять стихи. 14. Написанная им музыка вызвала много дискуссий. 15. Он был из бедной семьи. 16. К сожалению, возникли новые непредвиденные обстоятельства. 17. Очень важно, чтобы кто-нибудь выступил сегодня. 18. На этом документе необходимо поставить подпись. 19. На собрании были выдвинуты новые предложения. 20. Откуда исходят все эти сведения?
miseria
# estrema povertà (vivere in miseria)
# cosa da poco (guadagnare una miseria)
# condizione di infelicità (spesso al pi: le miserie umane)
cadere in miseria, ridursi in miseria = perdere ricchezza e benessere, diventare poveri
piangere miseria = lamentarsi esageratamente delle proprie condizioni
Per la miseria! Miseria ladra! Porca miseria!misero agg
# infelice, disgraziato (misero me)
# povero
# insufficiente, scarso
# meschino, basso (in senso morale)
miserabile agg = moralmente spregevole
miserevole agg = che suscita compassione
11. Tradurre le parole ed espressioni delle annotazioni lessicali riportate sopra e farne delle frasi.
12. Tradurre le frasi in russo sostituendo ai puntini uno dei seguenti aggettivi: misero, miserabile, miserevole
1. Ottenni un ben… compenso per un lavoro così faticoso. 2. La sua storia… commosse tutti i presenti. 3. Quando ci accorgemmo delle… condizioni in cui viveva facemmo di tutto per aiutarlo. 4. È un… traditore e mi auguro che venga punito. 5. Le… vittime del terremoto furono soccorse con molte ore di ritardo. 6. Per molti anni condusse un'esistenza… e faticosa. 7.1… mortali devono guadagnarsi la vita con il sudore della fronte. 8. È l'azione più… che tu potessi fare. 9. Quel… se n'è andato lasciandola sola con due figli da allevare. 10. I suoi… espedienti non ingannavano più nessuno. 11. Il tuo tema è troppo… non posso darti la sufficienza.
13. Nelle frasi seguenti sostituire un sinonimo alle espressioni in corsivo:
1. Ho comprato quel vestito ad una liquidazione e l'ho pagato una miseria. 2. Si sono ridotti in miseria facendo delle speculazioni sbagliate. 3. È inutile parlare in astratto delle miserie umane, bisogna fare qualcosa di concreto. 4. Piange miseria tutto il tempo, anche se guadagna bene. 5. Era un lavoro interessante, ma offrivano una miseria, perciò ho rifiutato. 6. Appartiene ad un'antica e nobile famiglia ora caduta in miseria. 7. Il suo misero animo non gli consente slanci di generosità. 8.Non vorrei che ci si riducesse in miseria per le tue spese pazze. 9. Sono sicuro che guadagna una miseria anche se il suo tenore di vita non lo dimostra. 10. Misero mei Mi sono rovinato con le mie stesse mani. 11. Non voglio più vedere quel tuo miserabile amico. 12. Sapere di avere ragione è una ben misera soddisfazione se gli altri non lo riconoscono. 13. Da quando è morto suo marito conduce un'esistenza molto misera. 14. Il suo stipendio è una vera miseria, non riesce ad arrivare alla fine del mese.
14. Tradurre in russo le frasi dell'esercizio precedente.
15. Tradurre le seguenti frasi in italiano:
1. Веди себя достойнее! He надо плакаться! 2. Хоть он и впал в нищету, но достоинства не потерял. 3. Конец этой истории плачевный. 4. Его семья жила в нищете, но он никогда не унижался. 5. Горе мне! Как я этого сразу не понял! Теперь уже поздно. 6. Он получал нищенскую зарплату, но в забастовке участвовать отказался. 7. Это самый низкий поступок, который ты только мог совершить. 8. Мы ему доверяли, а он оказался жалким предателем. 9. Его несчастная жизнь вызывала у всех сочувствие. 10. Хотя дела у него и шли хорошо, он все время плакался. 11. Его ничтожная душа была не способна на щедрость.
16. Nellefrasi seguenti sostituire un sinonimo alle espressioni con la parola grana:
1. Devo rimanere fino a tardi in ufficio, è scoppiata una grana imprevista. 2. In questo periodo è pieno di grane in casa e fuori. 3. Chi direbbe mai che quel tipo dall'aspetto così misero è invece pieno di grana. 4. Per fare le tende del soggiorno mi serve un tessuto a grana grossa. 5. Non ho mai conosciuto un piantagrane peggiore di lui. 6. Il marmo di Carrara è noto per la finezza della sua grana. 7. I banditi entrarono nella banca e gridarono: «Mani in alto! Fuori la grana!» 8. Non rivolgerti più a me per risolvere le tue grane, non sono più disposto ad aiutarti. 9. Come stai a grana? Non mi faresti un prestito?
17. Tradurre in russo le frasi dell'esercizio precedente.
affascinante = pieno di fascino
sinonimi: attraente, avveniente, incantevole, seducente
18. Fare delle frasi con i sinonimi della parola affascinante.
19. Tradurre e imparare alcuni degli aggettivi usati per esprimere il concetto di bello:
carino, piacevole, grazioso, delizioso, adorabile, meraviglioso, splendido, stupendo.
20. Quali degli aggettivi sopraelencati possono essere uniti ai seguenti sostantivi?
donna, volto, pensiero, paesaggio, vita, film, episodio, libro, piatto, festa
21. Formare dellefrasi in italiano usando i nessi ottenuti nell'esercizio precedente.
22. Tradurre le seguenti frasi in italiano:
1. Вчера на нас обрушилась еще одна неприятность. 2. Не порти с ним отношений! Будь осторожнее, он очень мстительный человек. 3. Для приготовления этого блюда необходим твердый сорт сыра. 4. Оставь его в покое, у него большие неприятности. 5. Своим наглым поведением ты когда-нибудь нарвешься на неприятности. 6. Для этого путешествия нужны денежки! Оставь свои фантастические планы! 7. У них полно неприятностей и дома, и на работе. 8. Он страшный придира, вечно из мухи слона делает. 9. Какое прекрасное лицо у этой женщины! 10. Эта девушка очень изящна. 11. У них очень хорошенькая дочь. 12. Вчера мы видели потрясающий фильм. 13. Перед нами открылся очаровательный пейзаж. 14. Это ее любимый киноактер. 15. Это очень приятная новость. 16. У этой певицы чарующий голос. 17. У него очень располагающая улыбка. 18. Ее миловидная, скромная внешность всем очень нравилась. 19. Как у тебя с бабками? Не одолжишь до среды? 20. Для занавесок мне нужна более фактурная ткань.
23. Tradurre in russo le seguenti espressioni e modi di dire con la parola dente, farne delle frasi:
spaghetti al dente; restare a denti asciutti; mettere qc sotto i denti (mangiare); non essere pane per i denti di qd; ridere a denti stretti; avere il dente avvelenato contro qd; tenere l'anima (il fiato) coi denti; una scusa tirata con i denti; (prov.) la lingua batte dove il dente duole; mostrare i denti; via il dente, via il dolore; battere i denti dal freddo (dallapaura); essere armato fino ai denti; (fìg.) rompere i denti; mettere i denti (di un bambino); i denti della forchetta; mostrare i denti.
24. Tradurre in italiano le seguentifrasi usando le espressioni con la parola dente:
1. Это дело ему явно не по зубам. 2. От холода у нас зуб на зуб не попадал. 3. Не беспокойся ни о чем, все перемелется – мука будет. 4. Пора бы и перекусить что-нибудь. 5. У ребенка начинают резаться первые зубки. 6. По-итальянски спагетти должны быть «на зубок», чуть чуть недоваренными. 7. Даже если будешь настаивать, все равно можешь остаться на бобах. 8. Он давно на тебя зуб имеет. 9. Это был смех сквозь слезы. 10. От злости последние слова он буквально процедил сквозь зубы. 11. От этой непосильной работы в нем чуть душа теплилась. 12. Враг был вооружен до зубов. 13. Он ушел, стиснув зубы. 14. На этом трудном деле можно все зубы себе обломать. 15. Бесполезно показывать зубы: никто его уже больше не боится.
25. Imparare i seguenti modi di dire ed espressioni idiomatiche trovando
l'equivalente in russo:
1. Ragazza acqua e sapone —>…
una ragazza semplice, che non si trucca, sincera
2. Eare una vita da cani…
fare una vita piena di stenti
3. Fkrepressing^…
pressare l'avversario
4. Chiudere la stalla dopo che sono scappati ibuoi —>…
cercare di rimediare quando ormai è troppo tardi
5. Chiedere la mano…
chiedere ai genitori di sposare la figlia
6. Avere un nodo alla gola —>…
essere angosciati da qualcosa
7. Avere una spina nel fianco…
essere continuamente tormentati da un problema
8. Cavallo di Troia-»…
regalo о dono che danneggia chi lo riceve; chi si introduce in maniera
subdola in un determinato ambiente per provocare contrasti9. Usare due pesi e due misure —>…
valutare in modo diverso due situazioni simili
10. Fare la sanguisuga —>…
estorcere denaro con ogni mezzo
11. Pungere sul vivo —>…
ferire la suscettibilità di qualcuno
12. Lasciare cuocere nel proprio brodo —>…
lasciare che uno faccia ciò che ritiene opportuno, pur avendolo avvertito dei rischi
13. Rimanere a bocca asciutta —>…
rimanere senza qualcosa che si sperava di ottenere
14. Piantare in asso —>…
abbandonare qualcuno improvvisamente
15. Fare fiasco – »…
non avere successo
26. Ispirandosi al testo della lezione fare delle frasi con le espressioni dell'esercizio precedente. Rispondere a quali situazioni о personaggi del testo potrebbero corrispondere.
ESERCIZI DI RICAPITOLAZIONE
27. Tradurre le seguenti frasi in russo:
1. Ti consiglio di esporre le tue idee con calma, senza sentirti impacciato. 2. Non è onesto da parte tua cercare di convincermi a contravvenire alle regole. 3. Devi convenire con me che si tratta solo di un perdigiorno e che non è la persona adatta a te. 4. Riuscimmo a stento a imporre la nostra volontà. 5. Sono costretto a supporre che vivano nella più nera miseria. 6. Fu ingaggiato per interpretare una piccola parte nella commedia, ma divenne ben presto famoso. 7. Devo supporre che tu mi voglia convincere della necessità di intervenire? 8. È ormai un uomo rovinato, ma si comporta sempre con estrema dignità. 9. Voglio sottoporre al tuo giudizio questa grana che mi è capitata all'improvviso. 10. Sono sopravvenute delle difficoltà che hanno impedito la nostra partecipazione al congresso. 11. Solo una tenace volontà li ha aiutati ad uscire dalle miserevoli condizioni in cuivivevano. 12. È una persona meravigliosa, piena di doti. 13. Tutti convennero che le opere esposte erano splendide. 14. Mario proviene da una famiglia benestante, anche se ora è ridotto in miseria. 15. Non credevo che tu fossi in grado di comporre versi così belli. 16. Non vedo la ragione per cui si debba scartare una proposta così seducente. 17. Pensavo che si trattasse di un compenso troppo misero e rifiutai con sdegno. 18. È stata una piacevole serata anche se tutti all'inizio erano un po' impacciati. 19. Una volta che il ministro abbia apposto la sua firma, la legge entrerà in vigore. 20. Tutti seguivano con partecipazione la vicenda, sperando che presto si sarebbe trovata una soluzione.
28. Trovare un sostantivo che abbia la stessa radice dei verbi sottoelencati e con i sostantivi così ottenuti formare delle frasi:
venire, avvenire, convenire, contravvenire, intervenire, bisbigliare, convincere, prevenire, provenire, rovinare
29. Ispirandosi al testo, scrivere delle proposizioni relative о finali.
30. Sostituire ai puntini uno dei verbi seguenti:
trattarsi, infischiarsene, convenire, apporre, prevenire, ridursi in miseria, piangere miseria, divenire, sottoporsi, provenire, comporre, convincere, bisbigliare, proporre, imporre, piantare
1. Penso che… di una questione troppo delicata per discuterne in pubblico. 2. Quando sono certo di aver fatto il mio dovere… dell'opinione degli altri. 3. Quel ragazzo ha l'epatite, bisogna che rimanga isolato per… il contagio. 4. La madre scongiurava il figlio che… a una visita di controllo. 5. Credi che sia possibile… di tutto о di tutti? 6. Se il direttore non… la sua firma, il diploma non ha validità. 7. Dovresti… con me che si è trattato di uno sbaglio. 8…. perché hanno dissipato il patrimonio paterno. 9. Non sopporto che qualcuno voglia… la sua volontà agli altri. 10. Ha la maledetta abitudine di…, ma so che le sue condizioni finanziarie non sono affatto critiche. 11. Il mio amico riuscì a… a partecipare al concorso. 12. Prima di… famosa come cantante, faceva una commessa in un grande magazzino. 13… da una piccola città del sud, per questo ha una mentalità così provinciale. 14… una stupenda sinfonia per pianoforte ed orchestra. 15. A chi potrei… di prendersi questo delizioso gattino che io non posso più tenere? 16. Vorrei sapere cosa avete di tanto piacevole da… all'orecchio per cui non fate che ridere. 17. Questo nuovo deodorante non ti… in asso.
31. Tradurre in russo, dopo averle completate le frasi dell'esercizio precedente.
32. Tradurre le seguenti frasi in italiano:
a) 1. В труппу театра были приглашены еще два знаменитых артиста. 2. На этом предприятии не хватает рабочей силы. 3. Он так омрачил нам этот день, что мы с трудом приходили в себя. 4. Ты не должен наплевательски относиться к таким вопросам. 5. Мне не нравится ее манера всегда плакаться. 6. Это была настоящая пытка, снова переделывать такую колоссальную работу. 7. В конце анкеты не забудьте поставить свою подпись. 8. Я уже видел эту картину. Она экспонировалась и на предыдущей выставке художника. 9. С Паоло трудно работать: он всегда всем навязывает свое мнение. 10. Он был готов на любую работу, чтобы помочь семье выбраться из нищеты. 11. Мы бы хотели представить на ваше рассмотрение новое предложение. 12. Свою первую симфонию Моцарт сочинил в 9 лет. 13. Предположим, что вы не видели аварии, почему же вы тогда настаиваете на своей версии? 14. Такое решение вопроса меня устраивает. 15. Он стал знаменитым, когда ему еще не было и 20 лет. 16. Я только высказал свое мнение, решайте сами. 17. Петрарка сочинял сонеты и посвящал их Лауре. 18. Он происходил из обнищавшей дворянской семьи. 19. Побежденный неприятель сложил оружие. 20. С ним произошло несчастье: он потерял зрение. 21. Мариза с детства мечтала стать актрисой. 22. Я предупредил его об опасности, но он не послушался меня. 23. Увидев так много незнакомых людей, мальчик, очень смущенный, сел в углу комнаты. 24. Пусть он платит! У него полно деньжат!
b) 1. Ее можно было назвать простушкой. 2. В оценке этих событий вы не должны прибегать к двойным стандартам. 3. Не прошло и месяца, как она вдруг бросила его. 4. Этот дезодорант вас не подведет. 5. Теперь уж нечего руками разводить! 6. Он не мог говорить: от обиды у него в горле стоял ком. 7. Прошло время, а заноза в сердце так и осталась. 8. И не пытайся оказывать на нее давление! 9. Они решили действовать по принципу «троянского коня». 10. Эти рассуждения не могли не задеть его заживое. 11. Оставь его! Пусть он варится в своем собственном соку! 12. Ну и кровопийца! Никого не жалеет! 13. А парень остался ни с чем (не солоно хлебавши). 14. Иногда приходится терпеть фиаско. 15. Пора уже попросить ее руки.
ESERCIZI SUL CONTENUTO DEL TESTO
33. Leggere e tradurre il testo della lezione in russo.
34. Imparare le parole del Vocabolario della lezione.
35. Rispondere alle seguenti domande:
1. Chi è Leonardo Sciascia?
2. Quali sono le sue opere più importanti?
3. Di che cosa parlano le sue opere?
4. Dove si svolge l'azione del racconto?
5. Chi sono i protagonisti?
6. Qual è atteggiamento dello svizzero nei confronti della mafia?
7. E quello dell'autista?
8. Per quale motivo il signor Blaser si trova in Sicilia?
9. Chi è Rosalia Calaciura?
10. Perché il suo fidanzato non vuole che parta per la Svizzera?
11. Perché la madre spinge la figlia a partire?
12. Quali sono le ragioni che spingono Rosalia a partire?
13. Qual è il risultato dell'esame?
14. Cosa intende dire il ragazzo quando afferma che «il sazio non crede a chi è digiuno»?
15. Come si conclude il racconto?
36. Riassumere il testo in breve.
37. Trasformare in discorso indiretto le parti dialogate del testo.
38. Tracciare un ritratto dei quattro protagonisti: il signor Blaser, L'autista, il fidanzato, Rosalia.
39. Vero о falso? Dopo aver riletto attentamente il testo fare una crocetta sulla lettera V(un'affermazione vera) о sulla lettera F (un'affermazione falsa).
40. Le affermazioni contenute in molti degli enunciati precedenti sono false: spiegarne il perché e ristabilire la verità.
41. Riassumere il testo per esteso.
L'emigrazione interna e immigrazione straniera
LETTURA SUPPLEMENTARE
42. Leggere e tradurre in russo il seguente testo:
L'emigrazione interna e immigrazione straniera
L'emigrazione interna e immigrazione straniera (soprattutto dai paesi in via di sviluppo) in questi ultimi decenni ha raggiunto in Italia particolare intensità. Si sono spopolate le campagne delle regionimeridionali e le città del Nord specie nel «triangolo industriale» (Torino-Milano-Genova) hanno subito un vertiginoso aumento demografico.
L'afflusso di popolazione ha determinato un gran numero di problemi. Le città crescono in maniera disordinata e tumultuosa. La loro periferia è invasa da enormi costruzioni di cemento e talvolta da squallide baracche.
Difficile è l'inserimento di queste masse sradicate dalla propria terra e costrette a vivere in un ambiente diverso per clima, costumi e tradizioni. La mancanza di istruzione e di qualificazione professionale spinge i disoccupati ad accettare ogni tipo di lavoro, anche con paghe minime. Il miraggio di un'attività ben retribuita che li ha spinti a partire si rivela spesso illusorio ed è facile per questi uomini, rifiutati e messi ai margini, entrare nelle maglie della malavita.
VOCABOLARIO
emigrazione s/1 эмиграция
immigrazione sf иммиграция
intensità ^интенсивность, плотность
spopolare vt обезлюдить
vertiginoso agg головокружительный, стремительный
afflusso sm прилив, приток
tumultuoso agg беспорядочный, бурный
invadere vt 1. вторгаться, врываться 2. наводнять, заполнять
squallido agg 1. жалкий, убогий, мрачный 2. истощенный, хмурый, унылый
inserimento sm включение, вставка
retribuire vt платить жалование, оплачивать труд
margine sm край, кромка, предел
43. Riassumere il testo in breve e poi per esteso.
44. Temi da svolgere:
1. Le cause e le conseguenze dell'emigrazione italiana. 2. Che cosa intendiamo con i termini «emarginazione sociale» e «razzismo»?
3. I problemi connessi all'aumento demografico dovuto a correnti migratorie delle città industriali italiane.
4. L'Italia e l'immigrazione straniera.
5. Il fenomeno di emigrazione in generale visto nella prospettiva economica e sociale.
42. Leggere e tradurre in russo il seguente testo:
L'emigrazione interna e immigrazione straniera
L'emigrazione interna e immigrazione straniera (soprattutto dai paesi in via di sviluppo) in questi ultimi decenni ha raggiunto in Italia particolare intensità. Si sono spopolate le campagne delle regionimeridionali e le città del Nord specie nel «triangolo industriale» (Torino-Milano-Genova) hanno subito un vertiginoso aumento demografico.
L'afflusso di popolazione ha determinato un gran numero di problemi. Le città crescono in maniera disordinata e tumultuosa. La loro periferia è invasa da enormi costruzioni di cemento e talvolta da squallide baracche.
Difficile è l'inserimento di queste masse sradicate dalla propria terra e costrette a vivere in un ambiente diverso per clima, costumi e tradizioni. La mancanza di istruzione e di qualificazione professionale spinge i disoccupati ad accettare ogni tipo di lavoro, anche con paghe minime. Il miraggio di un'attività ben retribuita che li ha spinti a partire si rivela spesso illusorio ed è facile per questi uomini, rifiutati e messi ai margini, entrare nelle maglie della malavita.
VOCABOLARIO
emigrazione s/1 эмиграция
immigrazione sf иммиграция
intensità ^интенсивность, плотность
spopolare vt обезлюдить
vertiginoso agg головокружительный, стремительный
afflusso sm прилив, приток
tumultuoso agg беспорядочный, бурный
invadere vt 1. вторгаться, врываться 2. наводнять, заполнять
squallido agg 1. жалкий, убогий, мрачный 2. истощенный, хмурый, унылый
inserimento sm включение, вставка
retribuire vt платить жалование, оплачивать труд
margine sm край, кромка, предел
43. Riassumere il testo in breve e poi per esteso.
44. Temi da svolgere:
1. Le cause e le conseguenze dell'emigrazione italiana. 2. Che cosa intendiamo con i termini «emarginazione sociale» e «razzismo»?
3. I problemi connessi all'aumento demografico dovuto a correnti migratorie delle città industriali italiane.
4. L'Italia e l'immigrazione straniera.
5. Il fenomeno di emigrazione in generale visto nella prospettiva economica e sociale.
L'emigrazione italiana all'estero
45. Leggere e tradurre in russo il seguente testo:
L'emigrazione italiana all'estero
Le cause dell'emigrazione italiana mutano con il variare dei momenti storici, ma hanno le loro radici negli anni che seguirono la costituzione del Regno d'Italia. La crisi è stata determinata dall'incremento della popolazione, dal succedersi di annate sfavorevoli, dalla disoccupazione.
L'emigrazione, uno dei fenomeni più drammatici della storia italiana più recente, interessò specialmente l'Italia meridionale e insulare dove le condizioni economiche erano di grande arretratezza. Lo Stato fece ben poco per venire incontro alle masse contadine che abbandonavano la terra ed emigravano. I contadini veneti che abitavano «casoni» di fango e di paglia e quelli meridionali, emigravano oltre oceano senza alcuna protezione da parte delle pubbliche autorità. Irretiti da uomini senza scrupoli che promettevano loro guadagni sicuri nelle nuove terre, vendevano quanto possedevano per riuscire a pagarsi il viaggio.
Negli ultimi anni del ' 800 e fino alla prima guerra mondiale il flusso migratorio si diresse soprattutto verso l'America; risolse, almeno in parte, il problema della sovrappopolazione, ma causò la perdita di numeroso capitale umano.
Il numero degli emigranti che nel 1876 si aggirava sui centomila uomini, nel 1901 aumentò a mezzo milione e nel 1913 raggiunse la cifra ottocentosettantaduemila (un italiano su quaranta). Dal 1876 al 1923 partirono dalla Calabria circa 1.000.000 (un milione) di emigranti.
L'emigrazione, anche se ebbe aspetti dolorosi, contribuì a migliorare l'economia italiana con le rimesse degli emigranti (l'afflusso delle rimesse in moneta straniera rappresentava per lo Stato italiano una ricchezza che veniva dal di fuori).
Gaetano Salvemini (1873–1957), scrittore e politico, caratterizzava così il fenomeno dell'emigrazione italiana di una volta:
"Delle molteplici malattie, che affliggono la società meridionale – disboscamento, malaria, mancanza di capitali, ignoranza e immoralità della classe dominante, analfabetismo della classe lavoratrice, concorsoattivo e sistematico dei funzionari dello Stato alla corruzione della classe dominante e alla oppressione della classe dominata – l'emigrazione è un effetto, non il rimedio: è il mezzo che hanno trovato i contadini meridionali per sottrarsi al male, non è la fine del male.
Senza dubbio l'emigrazione corregge alcuni di quei malanni, dal cui intreccio nasce la cosiddetta questione meridionale: spinge, per esempio, i contadini verso la scuola; li sveltisce intellettualmente al contatto di civiltà superiori; produce nel Mezzogiorno un'accumulazione notevole di capitali. Ma non rimboschisce i terreni rovinati, non elimina la malaria; non corregge i nostri soffocanti sistemi tributari e doganali; non rende migliori le classi dirigenti, che anzi le immiserisce e ne intensifica il pervertimento. E d'altra parte è accompagnata da qualche fenomeno tutt'altro che benefico, come il rallentarsi dei vincoli familiari.
La stessa accumulazione di capitali prodotta dalla emigrazione, minaccia di riuscir vana per il Mezzogiorno, se lo Stato non smette di assorbire questi capitali e riversarli, per mezzo della cassa depositi e prestiti, nel Nord, per opere pubbliche о non urgenti, о addirittura inutili, о pagate con prezzi elettorali, о che, se sono richieste dalla maggiore civiltà dell'Italia settentrionale, non è giusto siano fatte con i capitali dell'Italia Meridionale…"
Il fenomeno dell'emigrazione è ancor oggi attuale in Italia e provoca lo spopolamento delle zone montane e l'abbandono delle zone agricole, soprattutto del Mezzogiorno. Esistono villaggi alpini e appenninici e paesi agricoli del Sud che sono abitati solo da vecchi e bambini. La parte più valida della popolazione emigra per trovare lavoro. Il problema ha la sua origine nella improduttività della terra e nella insufficienza di altre risorse economiche.
Nella seconda metà del secolo scorso l'emigrazione si è rivolta verso gli Stati europei ad economia più progredita. Notevole è quella stagionale verso la Svizzera per i lavori agricoli, edilizi, alberghieri, e verso la Francia per la bieticoltura. Il Belgio e la Germania richiamavano manodopera per l'attività mineraria e industriale.
L'emigrazione esterna è oggi a carattere prevalentemente temporaneo. Gli emigranti non abbandonano in modo definitivo il territorio nazionale ma, data la relativa brevità delle distanze, lasciano
le famiglie nel luogo d'origine e mantengono la cittadinanza italiana. La Direzione Generale dell'Emigrazione, dipendente del Ministero degli Affari Esteri, tutela i diritti dei lavoratori all'estero e li assiste per mezzo del Servizio per l'emigrazione.
46. Riassumere il testo in breve e poi per esteso.
L'emigrazione italiana all'estero
Le cause dell'emigrazione italiana mutano con il variare dei momenti storici, ma hanno le loro radici negli anni che seguirono la costituzione del Regno d'Italia. La crisi è stata determinata dall'incremento della popolazione, dal succedersi di annate sfavorevoli, dalla disoccupazione.
L'emigrazione, uno dei fenomeni più drammatici della storia italiana più recente, interessò specialmente l'Italia meridionale e insulare dove le condizioni economiche erano di grande arretratezza. Lo Stato fece ben poco per venire incontro alle masse contadine che abbandonavano la terra ed emigravano. I contadini veneti che abitavano «casoni» di fango e di paglia e quelli meridionali, emigravano oltre oceano senza alcuna protezione da parte delle pubbliche autorità. Irretiti da uomini senza scrupoli che promettevano loro guadagni sicuri nelle nuove terre, vendevano quanto possedevano per riuscire a pagarsi il viaggio.
Negli ultimi anni del ' 800 e fino alla prima guerra mondiale il flusso migratorio si diresse soprattutto verso l'America; risolse, almeno in parte, il problema della sovrappopolazione, ma causò la perdita di numeroso capitale umano.
Il numero degli emigranti che nel 1876 si aggirava sui centomila uomini, nel 1901 aumentò a mezzo milione e nel 1913 raggiunse la cifra ottocentosettantaduemila (un italiano su quaranta). Dal 1876 al 1923 partirono dalla Calabria circa 1.000.000 (un milione) di emigranti.
L'emigrazione, anche se ebbe aspetti dolorosi, contribuì a migliorare l'economia italiana con le rimesse degli emigranti (l'afflusso delle rimesse in moneta straniera rappresentava per lo Stato italiano una ricchezza che veniva dal di fuori).
Gaetano Salvemini (1873–1957), scrittore e politico, caratterizzava così il fenomeno dell'emigrazione italiana di una volta:
"Delle molteplici malattie, che affliggono la società meridionale – disboscamento, malaria, mancanza di capitali, ignoranza e immoralità della classe dominante, analfabetismo della classe lavoratrice, concorsoattivo e sistematico dei funzionari dello Stato alla corruzione della classe dominante e alla oppressione della classe dominata – l'emigrazione è un effetto, non il rimedio: è il mezzo che hanno trovato i contadini meridionali per sottrarsi al male, non è la fine del male.
Senza dubbio l'emigrazione corregge alcuni di quei malanni, dal cui intreccio nasce la cosiddetta questione meridionale: spinge, per esempio, i contadini verso la scuola; li sveltisce intellettualmente al contatto di civiltà superiori; produce nel Mezzogiorno un'accumulazione notevole di capitali. Ma non rimboschisce i terreni rovinati, non elimina la malaria; non corregge i nostri soffocanti sistemi tributari e doganali; non rende migliori le classi dirigenti, che anzi le immiserisce e ne intensifica il pervertimento. E d'altra parte è accompagnata da qualche fenomeno tutt'altro che benefico, come il rallentarsi dei vincoli familiari.
La stessa accumulazione di capitali prodotta dalla emigrazione, minaccia di riuscir vana per il Mezzogiorno, se lo Stato non smette di assorbire questi capitali e riversarli, per mezzo della cassa depositi e prestiti, nel Nord, per opere pubbliche о non urgenti, о addirittura inutili, о pagate con prezzi elettorali, о che, se sono richieste dalla maggiore civiltà dell'Italia settentrionale, non è giusto siano fatte con i capitali dell'Italia Meridionale…"
Il fenomeno dell'emigrazione è ancor oggi attuale in Italia e provoca lo spopolamento delle zone montane e l'abbandono delle zone agricole, soprattutto del Mezzogiorno. Esistono villaggi alpini e appenninici e paesi agricoli del Sud che sono abitati solo da vecchi e bambini. La parte più valida della popolazione emigra per trovare lavoro. Il problema ha la sua origine nella improduttività della terra e nella insufficienza di altre risorse economiche.
Nella seconda metà del secolo scorso l'emigrazione si è rivolta verso gli Stati europei ad economia più progredita. Notevole è quella stagionale verso la Svizzera per i lavori agricoli, edilizi, alberghieri, e verso la Francia per la bieticoltura. Il Belgio e la Germania richiamavano manodopera per l'attività mineraria e industriale.
L'emigrazione esterna è oggi a carattere prevalentemente temporaneo. Gli emigranti non abbandonano in modo definitivo il territorio nazionale ma, data la relativa brevità delle distanze, lasciano
le famiglie nel luogo d'origine e mantengono la cittadinanza italiana. La Direzione Generale dell'Emigrazione, dipendente del Ministero degli Affari Esteri, tutela i diritti dei lavoratori all'estero e li assiste per mezzo del Servizio per l'emigrazione.
46. Riassumere il testo in breve e poi per esteso.
Raffaele La Caprìa. Faida
47. Leggere e tradurre in russo il seguente testo:
Raffaele La Caprìa. Faida
Appostato dietro un muro secco, in piena campagna, aspettava che sul sentiero apparisse il suo nemico. Non sapeva nemmeno se lo avrebbe riconosciuto. Quando lui era partito per la Germania, cinque anni fa, il suo nemico era appena un bambino. Di lassù, da quella città del nord, il suo paese gli era parso un carcere, un inferno di miseria e di ignoranza, da cui non potesse nascere che il male che ogni generazione lasciava in eredità alla successiva.
Era stata una vita dura ma ora, dopo cinque anni, appena arrivato in visita dai suoi, gli avevano messo in mano un fucile a canne mozze. Lo aveva deciso la famiglia Seminara al completo.
L'anno scorso, dietro un altro muretto di campagna s'era appostato il giovane che adesso stava per passare, e aveva ammazzato uno dei suoi. E ancora prima uno dei Seminara nella piazza del paese aveva sparato a uno dei Mammoliti. E prima, ancora prima, era stato uno dei Mammoliti a usare il coltello. Quante volte la stessa situazione si era ripetuta. Cercò di ricostruire attraverso i racconti che gli erano arrivati tutti gli anelli di questa catena, man mano che risaliva in tempo, i fatti e la loro configurazione si confondevano, se ne perdevano i motivi e il senso. Dietro la nebbia delle cose accadute restavano solo i nomi dei morti, quelli di una parte e quelli dell'altra, una lunga fila. Nomi di parenti che ormai gli erano più estranei di qualsiasi estraneo, più estranei certo del giovane che sarebbe tra poco passato di là. Nomi dei parenti montani, visti in qualche sbiadita fotografia, zii nonni cognati fratelli cugini del clan
dei Seminara, ricordati sulle lapidi del cimitero. E poi anche i nomi si perdevano e una scia di sangue era l'unica traccia lasciata da chi li aveva posseduti.
Un rumore di passi interruppe il filo di questi pensieri. Adesso poteva vederlo, il nemico, attraverso una fessura del muro: era un bel ragazzo di sedici anni, era stato alla processione del Santo Patrono, alla chiesa del paese della fidanzata. Ora se ne tornava a casa tutto parato a festa e fischiettava con l'aria arrogante dei Mammoliti che lui aveva ben imparato a conoscere (e a temere) sin da piccolo. Mentre prendeva la mira si domandò perché mai obbedisse così ciecamente a quell'ordine che prima ancora della sua venuta al mondo qualcuno gli aveva impartito. Ma un sorriso a sua insaputa gli attraversò la faccia e la impietrì in un ghigno.
Da «Fiori giapponesi»
VOCABOLARIO
appostarsi vr устроить засаду, спрятаться за
ignoranza ^невежество, незнание,
неосведомлённость
eredità sf наследство
fucile a canne mozze (=lupara) обрез, ружьё
estraneo agg посторонний, чужой, чуждый
sbiadito agg выцветший, линялый
lapide del cimitero ^могильная плита
scia sf след, шлейф, кильватер
processione sf процессия, шествие
parato (=vestito) a festa agg празднично одетый
arrogante agg надменный, наглый, вызывающий, высокомерный
impartire (=dare) un ordine vt отдать
48. приказание ghigno sm злорадная усмешкаRiassumere il testo in breve e poi per esteso.
49. Temi da svolgere:
1. Quali sono le differenze tra il Nord e il Sud d'Italia?
2. Quali sono i più gravi problemi del Sud?
3. Verso quali paesi era diretta l'emigrazione dei lavoratori italiani alla fine dell'Ottocento? E oggi?
4. Che cosa si intende per emigrazione interna? Quali zone d ' Italia interessava? In quali anni si verifica la massima diffusione del fenomeno?
6. Che cosa è la mafia?Quali sono le ragioni storico-sociali che stanno all'origine del fenomeno?
7. Quali sono le differenze fra la vecchia e la nuova mafia?
Raffaele La Caprìa. Faida
Appostato dietro un muro secco, in piena campagna, aspettava che sul sentiero apparisse il suo nemico. Non sapeva nemmeno se lo avrebbe riconosciuto. Quando lui era partito per la Germania, cinque anni fa, il suo nemico era appena un bambino. Di lassù, da quella città del nord, il suo paese gli era parso un carcere, un inferno di miseria e di ignoranza, da cui non potesse nascere che il male che ogni generazione lasciava in eredità alla successiva.
Era stata una vita dura ma ora, dopo cinque anni, appena arrivato in visita dai suoi, gli avevano messo in mano un fucile a canne mozze. Lo aveva deciso la famiglia Seminara al completo.
L'anno scorso, dietro un altro muretto di campagna s'era appostato il giovane che adesso stava per passare, e aveva ammazzato uno dei suoi. E ancora prima uno dei Seminara nella piazza del paese aveva sparato a uno dei Mammoliti. E prima, ancora prima, era stato uno dei Mammoliti a usare il coltello. Quante volte la stessa situazione si era ripetuta. Cercò di ricostruire attraverso i racconti che gli erano arrivati tutti gli anelli di questa catena, man mano che risaliva in tempo, i fatti e la loro configurazione si confondevano, se ne perdevano i motivi e il senso. Dietro la nebbia delle cose accadute restavano solo i nomi dei morti, quelli di una parte e quelli dell'altra, una lunga fila. Nomi di parenti che ormai gli erano più estranei di qualsiasi estraneo, più estranei certo del giovane che sarebbe tra poco passato di là. Nomi dei parenti montani, visti in qualche sbiadita fotografia, zii nonni cognati fratelli cugini del clan
dei Seminara, ricordati sulle lapidi del cimitero. E poi anche i nomi si perdevano e una scia di sangue era l'unica traccia lasciata da chi li aveva posseduti.
Un rumore di passi interruppe il filo di questi pensieri. Adesso poteva vederlo, il nemico, attraverso una fessura del muro: era un bel ragazzo di sedici anni, era stato alla processione del Santo Patrono, alla chiesa del paese della fidanzata. Ora se ne tornava a casa tutto parato a festa e fischiettava con l'aria arrogante dei Mammoliti che lui aveva ben imparato a conoscere (e a temere) sin da piccolo. Mentre prendeva la mira si domandò perché mai obbedisse così ciecamente a quell'ordine che prima ancora della sua venuta al mondo qualcuno gli aveva impartito. Ma un sorriso a sua insaputa gli attraversò la faccia e la impietrì in un ghigno.
Da «Fiori giapponesi»
VOCABOLARIO
appostarsi vr устроить засаду, спрятаться за
ignoranza ^невежество, незнание,
неосведомлённость
eredità sf наследство
fucile a canne mozze (=lupara) обрез, ружьё
estraneo agg посторонний, чужой, чуждый
sbiadito agg выцветший, линялый
lapide del cimitero ^могильная плита
scia sf след, шлейф, кильватер
processione sf процессия, шествие
parato (=vestito) a festa agg празднично одетый
arrogante agg надменный, наглый, вызывающий, высокомерный
impartire (=dare) un ordine vt отдать
48. приказание ghigno sm злорадная усмешкаRiassumere il testo in breve e poi per esteso.
49. Temi da svolgere:
1. Quali sono le differenze tra il Nord e il Sud d'Italia?
2. Quali sono i più gravi problemi del Sud?
3. Verso quali paesi era diretta l'emigrazione dei lavoratori italiani alla fine dell'Ottocento? E oggi?
4. Che cosa si intende per emigrazione interna? Quali zone d ' Italia interessava? In quali anni si verifica la massima diffusione del fenomeno?
6. Che cosa è la mafia?Quali sono le ragioni storico-sociali che stanno all'origine del fenomeno?
7. Quali sono le differenze fra la vecchia e la nuova mafia?
Un po' di storia antica
La Roma dei poveri
50. Leggere e tradurre il seguente testo in russo:
La Roma dei poveri
A Roma, per norma generale, i colli erano riservati a coloro che avevano i mezzi per farsi erigere un'abitazione individuale; sia che appartenessero alla categoria dei ricchissimi, come gli abitanti del Palatino, о che appartenessero al settore agiato della plebe, che occupava l'Aventino durante la Repubblica. Ai poveri restavano le valli che si stendevano tra i colli; e più precisamente quella del Velabro tra il Campidoglio e il Palatino, a sud del Foro, e quella della Suburra, tra il Viminale e l'Esquilino, a nord del Foro. Quando ebbe inizio questa importante migrazione le valli erano ancora paludose e malsane. Il Foro stesso non era stato che una vasta palude, in parte prosciugata dopo l'età regia grazie alla costruzione della Cloaca Massima. I quartieri bassi erano fangosi e costituivano un focolaio per il diffondersi di malattie. Il popolino doveva quindi lottare contro la malaria, contro i terremoti, frequenti a quell'epoca, e contro le inondazioni, quasi annuali. Per esempio l'inondazione del 54 a.C. fu delle più crudeli: l'acqua giunse tanto in alto che i muri delle case, costruite in mattoni, ne restarono imbevuti e crollarono. I morti furono numerosi. L'inverno, il gelo, l'estate, il diffondersi dei microbi contribuivano ugualmente a moltiplicare le vittime, e il periodo di caldo era quello in cui la mortalità era più alta. A differenza dei ricchi, i poveri non avevano i mezzi per trascorrere questi mesi soffocanti in campagna.Al giorno di oggi, allorché visitiamo ciò che resta di Roma antica, constatiamo che marmo e pietra avevano un posto predominante tra i materiali da costruzione. In realtà l'uso del marmo non si diffuse che nel II secolo a.C., ed era ancora riservato agli edifici pubblici e alle case dei ricchi. Prima dell'introduzione del marmo, Roma era una città fatta interamente di legno, poi di mattoni. Questi erano i materiali che venivano usati per edificare le case dei poveri; e si spiega perché, sovente, crollassero о bruciassero interi edifici. I loro abitanti, se scappavano, si ritrovavano per la strada. E allora, proprio perché era necessario fornire un alloggio a tutta questa plebe urbana, sorse l'idea di costruire degli immobili composti di più piani, anche perché era impossibile farsi ulteriore spazio fra i colli. Sembra che questi immobili fossero poco solidi. Cicerone dice che i piani superiori sembravano sospesi al di sopra di chi vi passeggiava sotto e che i muri erano tanto sottili che una tempesta abbastanza forte era sufficiente a farli crollare, come accadde nel 60 a.C. Una volta ricostruiti, gli appartamenti venivano affittati a prezzi che si facevano con il passare del tempo sempre più esorbitanti. Ma la necessità dettava la legge: alla morte di Cesare (44 a.C.) la plebe urbana rappresentava una popolazione di cinquecentomila persone su un totale di settecentomila. Inutile dire quanto scomodi e squallidi fossero questi alloggi. Quanto all'igiene!… Basta pensare che queste costruzioni non possedessero latrine e che bisognava vuotare il proprio vaso da notte in un tino posto sotto la scala… a meno non si preferisse gettarne il contenuto dalla finestra!
È facile immaginare l'aspetto di questi quartieri popolosi. Le strade sono particolarmente strette e tortuose. Quando Roma, nel 390 a.C., venne distrutta dai Galli invasori, lo stato venne in aiuto alla riedificazione ma pose come condizione che avvenisse nello spazio di un anno. Tutti si misero all'opera senza darsi la minima preoccupazione di un piano regolare d'assieme. Il risultato fu che il centro di Roma divenne un vero labirinto.
Piaceri torbidi, sovrappopolazione, miseria e violenza: i vicoli della Roma dei poveri sono il teatro di una lotta incessante contro la morte, contro l'oppressione, contro la malattia. Per questo misero popolino ciò che conta è dimenticare la precarietà della vita. I giochi d'azzardo, anche se ufficialmente vietati, e anche fuggevoli. Non è un caso che Suburra sia il quartiere dove si pratica la forma più degradante diprostituzione. Ma il luogo più frequentato della feccia del popolino è di sicuro la taverna. Ce ne sono moltissime nei quartieri popolari, così come nei pressi dei luoghi di spettacolo: teatri, circhi, anfiteatri. D'altra parte i tavernieri fanno le loro provviste da sacrificatori che vendono loro pezzi degli animali sacrificati. A volte, sotto l'Impero, loro acquistano presso l'anfiteatro pezzi di cervi о di cinghiali che hanno fatto la loro comparsa nell'arena. Questa carne a buon mercato migliora i lupini, i piselli bolliti, le fave о i cavoli che costituiscono il cibo abituale dei clienti di queste taverne.
La Roma dei poveri
A Roma, per norma generale, i colli erano riservati a coloro che avevano i mezzi per farsi erigere un'abitazione individuale; sia che appartenessero alla categoria dei ricchissimi, come gli abitanti del Palatino, о che appartenessero al settore agiato della plebe, che occupava l'Aventino durante la Repubblica. Ai poveri restavano le valli che si stendevano tra i colli; e più precisamente quella del Velabro tra il Campidoglio e il Palatino, a sud del Foro, e quella della Suburra, tra il Viminale e l'Esquilino, a nord del Foro. Quando ebbe inizio questa importante migrazione le valli erano ancora paludose e malsane. Il Foro stesso non era stato che una vasta palude, in parte prosciugata dopo l'età regia grazie alla costruzione della Cloaca Massima. I quartieri bassi erano fangosi e costituivano un focolaio per il diffondersi di malattie. Il popolino doveva quindi lottare contro la malaria, contro i terremoti, frequenti a quell'epoca, e contro le inondazioni, quasi annuali. Per esempio l'inondazione del 54 a.C. fu delle più crudeli: l'acqua giunse tanto in alto che i muri delle case, costruite in mattoni, ne restarono imbevuti e crollarono. I morti furono numerosi. L'inverno, il gelo, l'estate, il diffondersi dei microbi contribuivano ugualmente a moltiplicare le vittime, e il periodo di caldo era quello in cui la mortalità era più alta. A differenza dei ricchi, i poveri non avevano i mezzi per trascorrere questi mesi soffocanti in campagna.Al giorno di oggi, allorché visitiamo ciò che resta di Roma antica, constatiamo che marmo e pietra avevano un posto predominante tra i materiali da costruzione. In realtà l'uso del marmo non si diffuse che nel II secolo a.C., ed era ancora riservato agli edifici pubblici e alle case dei ricchi. Prima dell'introduzione del marmo, Roma era una città fatta interamente di legno, poi di mattoni. Questi erano i materiali che venivano usati per edificare le case dei poveri; e si spiega perché, sovente, crollassero о bruciassero interi edifici. I loro abitanti, se scappavano, si ritrovavano per la strada. E allora, proprio perché era necessario fornire un alloggio a tutta questa plebe urbana, sorse l'idea di costruire degli immobili composti di più piani, anche perché era impossibile farsi ulteriore spazio fra i colli. Sembra che questi immobili fossero poco solidi. Cicerone dice che i piani superiori sembravano sospesi al di sopra di chi vi passeggiava sotto e che i muri erano tanto sottili che una tempesta abbastanza forte era sufficiente a farli crollare, come accadde nel 60 a.C. Una volta ricostruiti, gli appartamenti venivano affittati a prezzi che si facevano con il passare del tempo sempre più esorbitanti. Ma la necessità dettava la legge: alla morte di Cesare (44 a.C.) la plebe urbana rappresentava una popolazione di cinquecentomila persone su un totale di settecentomila. Inutile dire quanto scomodi e squallidi fossero questi alloggi. Quanto all'igiene!… Basta pensare che queste costruzioni non possedessero latrine e che bisognava vuotare il proprio vaso da notte in un tino posto sotto la scala… a meno non si preferisse gettarne il contenuto dalla finestra!
È facile immaginare l'aspetto di questi quartieri popolosi. Le strade sono particolarmente strette e tortuose. Quando Roma, nel 390 a.C., venne distrutta dai Galli invasori, lo stato venne in aiuto alla riedificazione ma pose come condizione che avvenisse nello spazio di un anno. Tutti si misero all'opera senza darsi la minima preoccupazione di un piano regolare d'assieme. Il risultato fu che il centro di Roma divenne un vero labirinto.
Piaceri torbidi, sovrappopolazione, miseria e violenza: i vicoli della Roma dei poveri sono il teatro di una lotta incessante contro la morte, contro l'oppressione, contro la malattia. Per questo misero popolino ciò che conta è dimenticare la precarietà della vita. I giochi d'azzardo, anche se ufficialmente vietati, e anche fuggevoli. Non è un caso che Suburra sia il quartiere dove si pratica la forma più degradante diprostituzione. Ma il luogo più frequentato della feccia del popolino è di sicuro la taverna. Ce ne sono moltissime nei quartieri popolari, così come nei pressi dei luoghi di spettacolo: teatri, circhi, anfiteatri. D'altra parte i tavernieri fanno le loro provviste da sacrificatori che vendono loro pezzi degli animali sacrificati. A volte, sotto l'Impero, loro acquistano presso l'anfiteatro pezzi di cervi о di cinghiali che hanno fatto la loro comparsa nell'arena. Questa carne a buon mercato migliora i lupini, i piselli bolliti, le fave о i cavoli che costituiscono il cibo abituale dei clienti di queste taverne.
Конец бесплатного ознакомительного фрагмента